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STORIA


Marinella di Selinunte è un antico porto di pescatori, attualmente località di villeggiatura. L'abitato, sorto alla fine del XIX secolo nella parte sud-orientale della provincia di Trapani, si estende su un lungo litorale sabbioso, posto tra la foce del fiume Selino, nei pressi dell'Acropoli selinuntina e il porticciolo ad est di Marinella.

Oggi è un centro turistico-balneare. La pesca vi è ancora praticata con piccoli pescherecci a servizio delle attività turistiche. Tutti i giorni, intorno alle ore 8 nella Piazza Empedocle, si svolge l'asta del pesce: il frutto del duro lavoro dei pescatori.

Secondo Tucidide, Selinunte fu fondata verso la metà del VII secolo a.C. da coloni greci provenienti da Megara Iblea. Il sito scelto stava sulla costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli fluviali del Belice e del Modione.
La città ebbe una vita breve (circa 200 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere le 25.000 unità. Il nome deriva dal prezzemolo selvatico che i coloni vi trovarono in abbondanza. Una pianta di prezzemolo era raffigurata anche sulle monete coniate più tardi a Selinunte. Fin dalla loro fondazione Segesta e Selinunte, furono in guerra fra loro per motivi di confine. Il primo scontro avvenne nel 580 a.C. e Segesta ne uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l'intraprendenza Selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta e decisero una grande spedizione in Sicilia, assediarono Siracusa ma ne risultarono disastrosamente sconfitti. Gli scontri si conclusero nel 409 a.C., quando Selinunte fu assediata e distrutta dai cartaginesi, chiamati anche questa volta dai Segestani. Le forze cartaginesi erano comandate dal generale Annibale Magone.
Selinunte fu successivamente ricostruita da coloni greci e punici; ma nel 250 a.c. Roma dopo aver vinto la prima guerra punica, distrusse per la seconda volta e definitivamente la città.

I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nella parte meridionale della provincia di Trapani. Tutto il terreno interessato forma oggi un parco archeologico della dimensione di circa 40 ettari.

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